Mattone, nel 2025 gli italiani saranno cauti
Rispetto al mercato immobiliare, nel 2025, gli italiani si mostrano più cauti, riflettendo un periodo di grande incertezza economica globale.

Quasi la metà degli intervistati, il 45%, prevede una sostanziale stabilità del mercato e un desiderio di normalizzazione dopo anni di turbolenzetra pandemia, crisi energetica e instabilità geopolitiche. Tuttavia, un italiano su tre ritiene che la situazione possa peggiorare, sottolineando preoccupazioni legate ancora una volta alla possibilità di un nuovo aumento dei tassi di interesse e un’ulteriore crescita dell’inflazione, che continuano a erodere il potere d’acquisto delle famiglie.
Secondo i rispondenti, gli immobili storici vedranno un deperimento (44%) mentre i centri delle città continueranno a svuotarsi a favore delle periferie (40%). Nonostante ciò, un terzo della popolazione (30%) rimane positiva e pensa che i centri città si rinnoveranno, puntando su progetti di riqualificazione per attrarre nuovi residenti e attività economiche. Laperiferia rimane comunque il fulcro da cui trarre slancio per guardare in modo positivo al futuro, per il 35% dei rispondenti ci sarà un aumento del valore delle abitazioni e per il 33% queste aree diventeranno poli di innovazione e sostenibilità, garantendo una migliore qualità della vita.
La più grande paura per il prossimo futuro sarà la difficoltà di accesso al credito per i giovani e le famiglie, lo dichiara il 35% degli intervistati, con un picco che raggiunge il 40% tra la Gen Z. Questa sfida è più sentita a Roma (53%) rispetto a Milano (39%). A questa segue la necessità di riqualificare un patrimonio immobiliare obsoleto (23%), l’aumento del costo delle materie prime (18%), l’aumento dei tassi di interesse (14%) e, in ultimo, le incertezze legate alle politiche governative intermittenti (10%). Sul fronte delle opportunità, emerge con forza la necessità di trasformare il patrimonio immobiliare esistente: al primo posto gli intervistati confermano la riqualificazione di aree urbane e periferiche (39%), segue la maggiore attenzione alla sostenibilità e all’efficienza energetica (37%), lo sviluppo di nuovi modelli abitativi che rispondano ai bisogni emergenti (14%) e l’innovazione tecnologia nel processo di compravendita (10%).Leggi anche
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