Mutui, cresciuti del 40 per cento rispetto ai primi sei mesi del 2015
Secondo i dati Bankitalia la crescita rallenta ma comunque ma alle famiglie italiane sono stati finanziati 24 miliardi di euro per l’acquisto della casa. Boom di chi ricorre al tasso variabile con Cap.
Stefania Aoi
Più di 24 miliardi di euro nei primi sei mesi di quest’anno. A tanto ammontano i finanziamenti alle famiglie italiane per l’acquisto della casa. Una cifra in crescita del 40 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015 secondo i dati del Bollettino Statistico III-2016 di Banca d’Italia di questo ottobre. È da due anni che le erogazioni sono in aumento e per il quinto trimestre consecutivo superano i 10 miliardi di euro.
Malgrado dall’inizio del 2016 i ritmi di crescita stiano rallentando, la domanda di mutui da parte delle famiglie è ancora in aumento. È così dall’estate 2013 e aveva toccato il picco a metà dell’anno scorso anche grazie alle politiche della Banca Centrale Europea che continua a operare per sostenere i finanziamenti alle famiglie e alle imprese. Incide invece negativamente la situazione economico-finanziaria del nostro Paese e dell’intera area economica dell’Unione Europea. “Per una ripresa duratura sarebbe necessario – scrivono dall’ufficio studi Tecnocasa - un diverso andamento del mercato del lavoro e, di conseguenza, un maggior clima di fiducia delle famiglie”.
Intanto secondo gli esperti della società immobiliare, che ha realizzato un’indagine sull’andamento del mercato immobiliare in questi primi sei mesi dell’anno, oggi l’acquisto della casa è la motivazione principale per la quale si sottoscrive un mutuo e rappresenta più di quattro richieste di finanziamento su cinque (l’86 per cento). La sostituzione o la surroga (per avere tassi migliori) incidono solo per il 11 per cento. La durata media del mutuo è di 24 anni, in leggera diminuzione rispetto a un anno fa. Mentre l’importo medio erogato a livello nazionale è pari a circa 110.500 euro.
Quando si accede al prestito quasi la metà dei mutuari (il 46 per cento) opta poi per il tasso variabile, mentre il 26 per cento preferisce quello variabile puro: entrambe le percentuali sono in diminuzione rispetto al primo semestre 2015, quando rappresentavano rispettivamente il 56 percento e il 31 per cento. Aumenta invece la percentuale di mutui a tasso variabile con Cap, che passano da 0,7 per cento a 19 per cento. Quest’ultima tipologia di mutuo consente di usufruire degli aspetti positivi del tasso variabile ma senza mai andare oltre un certo limite predefinito dal contratto.
Leggi anche
La Bce anticipa i tempi e taglia i tassi
Draghi: "Inflazione bassa a lungo"
continua a leggere