Efficienza energetica, l’Europa dice sì alla direttiva per le case green
Sono state adottate in via definitiva a marzo dal Parlamento Europeo le nuove regole per ridurre il consumo energetico del settore edilizio.
Scopo della nuova direttiva è abbattere le emissioni di gas serra entro il 2030 e pervenire alla neutralità climatica entro il 2050. “Gli edifici sono il settore più energivoro in Europa. Consumano il 40% dell’energia e generano il 36% delle emissioni di gas ad effetto serra” afferma Kadri Simson, Commissaria per l’Energia dell’Ue. “Inoltre, - prosegue - gli immobili meno efficienti consumano dieci volte più energia di quelli nuovi o ben ristrutturati”.
La direttiva prevede che tutti i nuovi edifici debbano essere a emissioni zero a partire dal 2030. Per gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. Dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica. Se tecnicamente ed economicamente fattibile, i Paesi dovranno garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
A partire dal 2025, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore. La nuova normativa non si applica agli edifici agricoli e agli edifici storici, e i Paesi membri possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto. Per diventare legge, la direttiva dovrà ora essere approvata formalmente anche dal Consiglio dei ministri.
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